La Via Francigena e le Fortezze Medicee
Sarzana
A distanza di quasi un anno, complice la lontananza da casa nostra ed il tempo che necessita arrivare nello spezzino, oggi torniamo dedicando la nostra giornata ad una tranquilla trekkinata urbana a Sarzana.
Anche se non ci avventureremo ad esplorare i dintorni, rimanendo fedeli a quelle che ogni tanto sono le nostre uscite urbane, vi informiamo del fatto che Sarzana è una delle tappe liguri della Via Francigena, ne avete mai sentito parlare?
Quest'antica via di collegamento ha un tracciato originario lungo 1800 km che parte dalla contea inglese di Kent giungendo sino a Roma, passando dalla Francia e dal confine svizzero, seguendo le orme di Giulio Cesare e Napoleone. Con le uniche due tappe ad interessare la Regione Liguria, ovvero Aulla e Sarzana, si è entrati di fatto nel Comitato Europeo di coordinamento interregionale della Via Francigena, prendendo parte al progetto di cooperazione tra i vari paesi europei per lo sviluppo territoriale e la valorizzazione turistica e culturale dei territori attraversati dallo storico itinerario dei viandanti.
Una strada antica sulla quale abati, monaci, mercanti, eserciti e migliaia di pellegrini, si trovarono protagonisti di un cammino voluto per avvicinarsi allo spirito di Dio. Essa venne percorsa per la prima volta nel 990, dall’Arcivescovo di Canterbury, per recarsi in visita a Papa Giovanni IX.
Se decideste mai di partire dalla Liguria di Levante per compiere un pezzo di cammino, scoprirete anche Santo Stefano Magra e Luni; quest’ultima fu per l'epoca un importante porto da cui partivano le navi cariche di marmo, vini, formaggi, legnami dirette proprio a Roma.
La via principale del centro storico di Sarzana corrisponde al tratto urbano che la interessò sin dal Medioevo e che noi raggiungiamo solo dopo aver parcheggiato in uno spiazzo in Via Brigata Partigiana Ugo Muccini. Da qui oltrepassiamo una rotonda e ci immettiamo su Via Gramsci prima e Via Torrione Genovese poi.
Come suggerisce il nome della via, ci troviamo nei pressi di uno degli antichi accessi della città, un tempo protetta da una cinta muraria e da una serie di bastioni che ne garantivano la difesa. Oltre al torrione Genovese e al suo speculare denominato Stella, poco oltre passeremo nei pressi di quello intitolato a San Francesco, ora attorniato da una bellissima area verde.
Lasciamo il centro storico come meta ultima della giornata, così da organizzare al meglio la nostra pausa pranzo. A questo punto proseguiamo oltre tenendo la nostra sinistra su Via Paci prima e su Via San Francesco poi. Dopo soli 1,3 Km dalla nostra partenza, se ci avete seguiti alla lettera, gireremo nuovamente a sinistra su via Montata Sarzanello, dove ritroviamo la segnaletica propria della Via Francigena direzione Luni-Avenza. L'asfaltata si trasforma, di qui a poco, in una bellissima acciottolata, molto ben conservata, incastonata da alti muri a secco ricoperti di edera verdeggiante. La tranquilla camminata prosegue in leggera salita e, superando un piccolo nucleo di case e alcuni ombrosi e umidi tornanti, giunge alla sommità dell'imponente monte Sarzanello! Imponente si fa per dire...eccoci a ben 90 mt di altitudine ma che in ogni caso ci regalano una vista panoramica mozzafiato.Le prime notizie dell’esistenza di un insediamento sul colle di Sarzanello risalgono al 963 d.C. quando l’imperatore Ottone I di Sassonia riconosce al vescovo di Luni il possesso del castrum Sarzanae, un sito all'epoca fortificato situato nel luogo dove oggi si trova la fortezza. Conosciuto anche come forte di Castruccio Castracani, in memoria del grande condottiero lucchese che ivi dimorò nel 1300, l'attuale aspetto dell'edificio lo dobbiamo a Lorenzo de’ Medici, che ne commissionò un restyling atto a contenere le pressioni dei nemici della casata fiorentina posti a nord del fiume Magra.
Nel settembre 1502 la fortezza potè dirsi terminata. Attualmente è possibile visitare il sito in quasi tutti i giorni dell'anno, ulteriori informazioni su www.fortezzadisarzanello.com.
Il camminamento alla base dei torrioni ci permette di vedere tutto il panorama che si estende a partire dalle Alpi Apuane sino a giungere al mare.
Il nostro ritorno in centro a Sarzana avviene poi per mezzo della tortuosa asfaltata via Fratta che si ricollega alla cittadella entro le mura dove troveremo il torrione Testaforte sul quale sorge la prestigiosa villa Carpena, in stile Liberty. Il torrione si congiunge con la Cittadella attraverso un camminamento posto al di sopra di Porta Romana, l'accesso più meridionale della città, sormontata da una grande statua della Madonna; ora inizieremo la vera e propria visita del centro storico di Sarzana. Il primo focus lo incentriamo sulla Cittadella Medicea, un tempo il principale baluardo di Sarzana, poi carcere e ora sede di esposizioni, conosciuta anche come Fortezza Firmafede.
Eretta per il volere di Lorenzo il Magnifico fra il 1487 e il 1492 successivamente alla vittoria contro i genovesi nella guerra chiamata di “Serezzana”, essa rappresenta tutt'oggi un importante esempio di architettura militare fiorentina. Circondata da un imponente sistema murario di difesa, a cui è frapposto un ampio e profondo fossato, troviamo l' accesso tramite un ponte in pietra che conduce al portone principale, da dove hanno inizio le visite guidate.
Abbandonata via alla Cittadella, per mezzo di una scalinata, ci avventuriamo nel cuore pulsante del paese, raggiungendo l'arteria commerciale: via Mazzini. Sopraggiunta piazza Garibaldi, notiamo la presenza di un edificio recentemente restaurato; di fronte a noi si trova appunto il Teatro degli Impavidi, di epoca napoleonica, costruito sopra i resti di quello che fu il Convento di San Domenico.
Poco più avanti della piazza, invece, ecco ergersi imponente uno degli edifici sacri più importanti della città, la Concattedrale di Santa Maria Assunta, molto nota per il suo aspetto architettonico e per le opere custodite al suo interno che la rendono una delle chiese più ricche, dal punto di vista del patrimonio artistico, di tutta la Liguria.
Osservando la facciata dominata in alto da tre grandi statue, possiamo notare la curiosa presenza di una spada conficcata tra alcune pietre, molto simile all'asta di una meridiana.
Una delle spiegazioni più accreditate riguardo l'Elsa di Spada è che essa sia un segno di pace; conficcata tra i conci di marmo, evoca il ricordo della Pace di Sarzana datata 1353, stipulata tra Milano e Firenze, in piena rappresentanza delle Signorie del Nord e del Centro Italia, a chiusura perenne di un ventennio di sanguinose battaglie. A supportare questa tesi sarebbe anche un particolare dell’interno della chiesa che troviamo evidente appena varcata la soglia, sulla seconda colonna di sinistra. Il marmo della base si presenta visibilmente danneggiato e, secondo la leggenda, è proprio quello il punto in cui ambedue i generali delle fazioni opposte avrebbero spezzato le spade per siglare la pace. Dirigendoci verso l'altare troviamo poi, sia a sinistra sia a destra due manufatti davvero prestigiosi ed importanti che hanno saputo (per motivi diversi) segnare la loro epoca.
Nella cappella di sinistra troviamo l'opera di Mastro Guglielmo, del 1138, ovvero il più antico crocifisso dipinto italiano che anticipa quelli di Cimabue e di Giotto; conservato in una teca è illuminabile mediate una piccola offerta.
Sulla nostra destra, invece, troviamo la cappella del Preziosissimo Sangue dov'è conservato uno dei vestigi più importanti della cristianità, la cosiddetta reliquia “del sangue preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo“, esposta al pubblico il primo venerdì di ogni mese. Se è vero che la leggenda indica nel Santo Graal il calice in cui fu raccolto il sangue versato da Cristo a redenzione dei peccati del mondo allora è possibile che esso sia la reliquia conservata nella cattedrale di Sarzana. E' tradizione cristiana che la reliquia sia giunta a Luniinsieme al Volto Santo di Lucca, nell’anno 782. Il Venerdì santo di quell’anno il Vescovo di Luni, Apollinare e il Vescovo di Lucca, Giovanni, raccolsero sulla spiaggia di Luni un legno che aveva portato in salvo le due reliquie. Nicodemo di Arimatea, sul monte Calvario, aveva riempito in precedenza un’ampolla con il sangue di Cristo e aveva poi scolpito una croce con l’immagine del Salvatore, per contenere l’ampolla.
Una volta approdate sulla spiaggia di Luni la Croce, che fu chiamata Sacro Volto, fu portata a Lucca dove è tuttora conservata presso la cattedrale principale, mentre la Reliquia rimase a Luni. Da Luni successivamente fu trasferita a Sarzana nel 1204, anno della traslazione della sede episcopale.
Usciamo dalla chiesa e procediamo verso la nostra destra, proseguendo il tour tra alcuni dei più bei palazzi nobiliari di via Mazzini, al civico 37 ad esempio, troviamo il palazzo Picedi Benettini, frutto di un superbo restauro settecentesco di un edificio del 1300. L’edificio salta all'occhio in primis per le sue grandi finestre complete di inferiate in ferro battuto, davvero un'opera d'arte. Il portale principale è sormontato da un massiccio stemma nobiliare mentre le finestre sono affiancate da candelabri a motivi floreali, anch'essi in ferro battuto.
Notizie storiche asseriscono che il 16 agosto 1817 l'arciduchessa d’Austria Maria Luigia, di ritorno verso Parma da un viaggio diplomatico a Firenze, fu ospite della famiglia Picedi Benettini e dormì nel loro palazzo, in una stanza al primo piano nobile.
La collocazione non fu del tutto casuale, poco più avanti, al civico 28, troviamo la casa torre dove avevano abitato secoli prima gli antenati dell’imperatore Buonaparte. Non tutti sanno che gli avi di Napoleone erano di origine sarzanese: fu proprio il nobile mercenario Francesco Buonaparte detto 'il Mauro', che trasferitosi in Corsica nel 1490, diede vita al ramo corso della famiglia.Una targa ne commemora il fatto.
Quasi dirimpettaia con la casa torre troviamo la Pieve di S. Andrea, la chiesa più antica di Sarzana, risalente all'incirca al 1128.
All'interno si trovano sculture marmoree del XIV e XV secolo, raffiguranti il patrono di Sarzana, sant'Andrea, ed i santi Pietro e Paolo. Tra i dipinti vale la pena menzionare la Vocazione di Santi Giacomo e Giovanni di Domenico Fiasella, sarzanese e uno dei principali esponenti della scuola barocca genovese.
Ormai siamo arrivati in fondo a via Mazzini e ci immettiamo nella piazza intitolata a Giacomo Matteotti; proprio qui troviamo il cinquecentesco palazzo Roderio, ora sede del comune.
A lato dell’ingresso possiamo notare molteplici lastre commemorative, una su tutte ricorda la cosiddetta Pace di Dante. Fu proprio la mattina del 6 ottobre 1306 quando il Sommo Poeta venne qui incaricato dai Malaspina per trattare la pace con il Vescovo di Luni, che seguitò positivamente a Castelnuovo Magra, nel castello vescovile.
Varcata la soglia lato monte, accediamo alchiostro interno dov'è collocata un’ampia collezione di manufatti di origine lunense, da balaustre a capitelli scolpiti, da stemmi di casate nobiliari finanche al sarcofago di Benedetto Celso.
Il cortile è circondato da un colonnato in marmo che sorregge le logge superiori (ora chiuse con delle vetrate) che ben richiama lo stile dei palazzi genovesi, ricordandoci panoramiche simili a palazzo Doria e che vi abbiamo raccontato nell'itinerario dedicato ai Rolli, in qualche pagina precedente. Usciamo dal comune da dove siamo entrati e proseguiamo su viaBertoloni, speculare a via Mazzini.
Si sono fatte quasi le 13 e, come avevamo architettato già dalla nostra partenza, siamo nel posto giusto dove poterci fermare per pranzare.
Essendo sempre informati sul cibo locale, sappiamo che una tipicità della zona sono gli "sgabei", una sorta di pan fritto molto particolare, vuoto all'interno e per tale motivo, molto adatto ad essere farcito.
Il loro nome deriva dal latino skabellum, che indica sia lo sgabello che la scarpa, probabilmente per evocarne la forma.
Ci fermiamo da Puntocaldo Casalini, una panetteria pasticceria artigianale, che li vende ripieni di prosciutto e formaggio.
Qui troviamo anche altre prelibatezze, come la torta "d'erbi" della lunigiana, solitamente preparata con erbe spontanee di stagione, frittelle di baccalà e ogni tipo di focaccia.
Finito il nostro pranzo ritorniamo in via Marconi, a lato del comune, per ripercorrere lo stesso tratto di strada della mattina e recuperare la nostra auto concludendo la trekkinata.
Itinéraire en chiffres
h 2:00
Temps de voyage
5,00 Km
Longueur du trajet
80 mt
Différence d'altitude