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Rezzo: La vendetta delle anime

Immagine del redattore: Luca RiolfoLuca Riolfo

Siamo a Rezzo, un piccolo comune dell'entroterra imperiese; qui, nel mese di marzo (insolitamente non a novembre) si celebra una funzione per i morti, frutto di una tradizione che va avanti da secoli. Nel mezzo di un ceduo di faggi, nel fitto bosco posto all'estremità nord della borgata, sorge il Santuario della Madonna del Santo Sepolcro dove un'interessante sequenza di affreschi, risalenti al XV secolo, illustrano la Passione di Cristo, raffiguranti vizi, mostri e personaggi malvagi.

Uno di questi personaggi è il marchese di Laigueglia.

Attorno al XVI secolo, il marchese, feudatario sanguinario e poco indulgente, regnava su quelle terre seminando paura e terrore. Gli abitanti, stanchi dei continui soprusi, ingaggiarono tre giovani ragazzi, ben decisi ad ucciderlo. Il piano prevedeva di assaltare la sua portantina durante uno spostamento tra le sue terre. L'agguato fallì e il marchese infuriato ordinò di radere al suolo Rezzo. Nel marzo di quell'anno una spedizione di mercenari insediò il borgo. Poco dopo l'invasione, dai vigneti sottostanti il castello, apparvero in un istante come fiammelle ardenti centinaia di anime del Purgatorio che misero in fuga i bravi del marchese, i quali mai più osarono mettere piede a Rezzo.


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